STORIA


Il Rifugio Piero Garelli, situato a 1970 metri nel cuore delle Alpi Liguri, è uno dei punti di riferimento più importanti per gli escursionisti che attraversano il Parco Naturale del Marguareis. La sua storia inizia nel 1950, quando la sezione CAI di Mondovì decise di costruire un rifugio dedicato alla memoria di Piero Garelli (1905-1945), avvocato, alpinista e presidente del CAI locale, deportato e morto nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen II durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il primo rifugio, inaugurato il 18 giugno 1950, era una struttura di fortuna, ricavata da prefabbricati metallici recuperati da residuati bellici. Poteva ospitare 18 persone, offrendo un riparo essenziale ma fondamentale per gli alpinisti dell’epoca. Nel 1962, i danni causati dalle abbondanti nevicate resero necessaria una prima ristrutturazione, con la realizzazione di un guscio in cemento armato più resistente.
Nel 1968, il rifugio fu oggetto di un’importante ricostruzione, con una nuova struttura più grande e accogliente, dotata di 80 posti letto. Il 22 settembre dello stesso anno, il nuovo rifugio venne inaugurato ufficialmente e divenne un punto di riferimento per escursionisti, alpinisti e amanti della montagna.
Tuttavia, nel novembre 1987, un devastante incendio distrusse completamente il rifugio. Grazie all’impegno del CAI Mondovì e, soprattutto, al lavoro di numerosi volontari, la ricostruzione avvenne in sole tre stagioni estive, un tempo record per un progetto di tale portata in ambiente montano. Il nuovo rifugio, progettato dall’architetto Gian Bertarione di Cuneo, venne aperto nel luglio del 1991 e inaugurato il 13 ottobre dello stesso anno, con una capacità di 90 posti letto, cucina, spazi comuni e un locale invernale, sempre aperto come punto di appoggio e di emergenza per escursionisti e alpinisti.
Dal 1980, la gestione del rifugio è affidata a Guido Colombo, figura centrale nella storia recente della struttura. Insieme alla moglie Adriana Ferrua, che ha sempre collaborato attivamente nella gestione, Guido ha reso il Garelli un rifugio accogliente e familiare. Nel tempo, anche i loro figli si sono uniti all’attività: Simone Colombo affianca il padre occupandosi della cucina e del rapporto con i clienti, mentre Mattia Colombo, seppur in modo più marginale, contribuisce al lavoro del rifugio quando necessario.
